BUD TRIBE + RAYDEN Keller Platz (Prato), 19 Marzo 2005 |
Notte di festa tutta in
famiglia quella del 19 Marzo al Keller Platz, dove torna a calcare il
palco della nota birreria pratese la banda di briganti guidata dal
mastodontico Bud Ancillotti, al cui fianco, in questa apparizione
pre-primaverile, al posto degli eccellenti Electric Fluid, che ben si
comportarono in occasione del concerto del 20 Novembre scorso, troviamo
i Rayden di Brian Ancillotti, il figlio del leggendario Bud, affiancato
da un'altro "figlio d'arte" e compagno di sezione ritmica, Ian Caroli on
bass, il cui cognome già spiega tutto (almeno per chi non pensa che il
metal è nato negli anni novanta!!!). Una band di piccole "all stars" se vogliamo, che inseriscono nel serbatoio il giusto carburante per dare inizio a una scoppiettante serata ancora una volta all'insegna dell'hard'n'heavy. Non ancora smaltita l'eccitazione per l'ottima resa sonora di tre giorni prima in occasione del concerto degli Holy Sinner + Dragonia, eravamo speranzosi di poter rivedere campeggiare nel mezzo della sala l'enorme impianto mixer che finalmente seppe impartire disciplina al rendimento sonoro del Keller Platz, speranza purtroppo vanificata dopo esserci resi conto che il posto era occupato da tavoli presi d'assalto da folte schiere di affamati. Si torna quindi al misero banchino mixer, che per tutta la serata ha reso complicato il lavoro di "Spiga" lo storico fonico della Bud Tribe, non facendogli mancare espressioni di disappunto nel suo sguardo (e non solo sul suo). Alle 23.15 esatte i Rayden aprono il fuoco nel ristrettissimo tempo a disposizione,sciorinando una manciata di pezzi tra cui spiccano la saxoniana "Princess Of The Night" e la cover per eccellenza dei Priest "Painkiller", alternando tre pezzi di propria composizione che permettono ai Rayden di guadagnarsi la loro parte di applausi per una prova al di sopra delle righe. C'è però ancora tanto da lavorare per i Rayden;s e proprio si vuole essere pignoli, andrebbe un po rivisto il parco cantanti che per ora non gioca a favore del giovane gruppo. Salutati i Rayden,come direbbe una nostra vecchia conoscenza "e ora si ride deh".. la leggenda si materializza sul palco con Bud che introduce a squarciagola la mitica "Starrider" il pezzo storico che apriva i concerti della Strana Officina, seguita dalle furoreggianti "Face The Devil", "Black Widow" e "Camelot", l'originario pezzo della Strana Officina cantanto in inglese che misteriosamente gli indimenticati Fabio e Roberto Cappanera vollero far uscire sul loro album omonimo "Non C'è Più Mondo" del 91 con il testo rielaborato in italiano. C'è posto anche per un assaggio di quello che sarà il nuovo album della Bud Tribe (dato quasi per imminente) "Roll The Bone" è un pezzo molto sabbathiano,una canzone influenzata dal grande amore di tutta la tribù verso i padri dell'heavy metal. Immancabile "Non sei normale" un altra antica cult-song targata Strana Officina, arrivando in chiusura a "Metal Brigade" la bandiera in cui si riconoscono i veri rock'n'rollers. Bud a distanza di venticinque anni, mette ancora passione e cuore in ciò che canta e l'unico modo per capirlo è assistere a un suo concerto, dove nessuno potrà dire che dopo così tanto tempo la voglia di fare e il cuore sono andati via via scemando, e anche il bis finale con "Autostrada dei Sogni" e "Viaggio in Inghilterra" è la riprova che Bud Tribe è l'unico vero sigillo dove il business, lo svendersi alle masse e quant'altre balle a cui tante band ci hanno abituati, sono lontani anni luce. E questo dovrebbero capirlo in tanti, anzichè perdere tempo a farsi belli davanti agli strozzini della musica. Un'altra serata che dimostra che il vero heavy metal non morirà mai. Francesco "Running Wild" - da www.hammerblow.org |