BUD TRIBE + ELECTRIC FLUID
Keller Platz (Prato), 20 Novembre 2004
 
Forse per qualcuno poteva essere un concerto normale, come tanti, per noi non poteva che essere un evento significativo e di rilievo visto che nei due nomi che hanno saputo rendere incandescente una fredda notte di novembre si celano due delle bands da sempre amiche di Hammerblow che per una sera si ritrovano a condividere insieme un palco, regalando nel loro piccolo un'altra pagina da inserire nell'album dei nostri bei ricordi, ma anche una pagina in cui sono racchiuse le immagini di una festa in cui aleggiava lo spirito di amicizia, di fraternità e di coerenza come solo un concerto della Bud Tribe sa trasmettere.
Se poi mettiamo a dar man forte agli irriducibili della "Vecchia Guardia" un gruppo di giovani ragazzi pieni di speranza ma sopratutto spinti nella loro missione dall'amore per la vera musica, abbiamo ottenuto una forza devastatrice pari a quella di un vulcano in eruzione.
Tante facce note di amici e conoscenti e di tanta altra gente hanno fatto da cornice,incuranti che si sarebbe riversata di li a poco su di loro la furia omicida di questo vulcano iniziata con l'ingresso degli Electric Fluid sul palco, accolti a gran voce e da applausi scroscianti, che sciorinano nella mezz'ora a loro messa a disposizione un campionario costituito da cover memorabili come Long Live Rock'n'Roll o Wrathchild, ed infine la sorpresa.....prima e unica band mai vista finora che si prende il lusso di coverizzare la commovente Unknow Soldier della Strana Officina inserita in medley con Sleeping In The Fire degli W.A.S.P, e qui, scusate la partigianeria, ma va dato un applauso e un occhio di riguardo a questi ragazzi. Passerà credo alla storia il duetto della band con Bud Ancillotti, che dalla sala di incisione si sposta sul versante live, ulteriore segno che le guerre e le frecciatine tra bands italiane di cui se ne sente spesso parlare, sono distanti anni luce dalla concezione che certe persone hanno dell'heavy metal,ed è questa l'unica e vera concezione..spirito di unione e amicizia.
Avendo così poco tempo hanno secondo me optato per una scelta giusta,rimandando quindi la presentazione più completa del loro nuovo cd non appena avranno l'occasione di essere loro stessi headliners. Rapido cambio di palco e...si entra nella fase concitata dell'eruzione...venticinque anni di coerenza e di passione fanno il loro ingresso sul misero palco del Keller Platz, dando il via a una sequenza di canzoni rievocanti tutta la loro storia, da Rock'n'Roll Tribe a Black Widow, passando per la nuova Mother Earth, fino a rivisitare il glorioso passato targato Strana Officina, con la splendida Vai Vai, la struttura originaria in italiano di quella che poi è diventata Rock'n'Roll Prisoner, la terremotante Metal Brigade che ha creato un pandemonio sotto il palco così come la malinconica Luna Nera...tutte canzoni che ancora oggi, a distanza di oltre vent'anni riescono a scuotere l'entusiasmo e ad accendere gli animi, tant'è che son stato molto contento di vedere facce di ragazzi poco più che ventenni agitarsi come forsennati scandendo i testi parola per parola e questa è stata forse, non me ne voglia nessuno, la nota più positiva.  


Bud è da sempre scatenato, si agita sul palco, interagisce con il pubblico e lo fa partecipare, Dario Leo e Bid lavorano come fabbri ferrai nel produrre devastanti ritmi, coadiuvati dal sempre attento sguardo di Enrico Caroli, fratello di Dario e storico bassista-fondatore insieme al fratello dei Sabotage, pronto a intervenire in caso di qualche problema sul palco. Ma non è stato abbastanza per il pubblico che ha richiamato a gran voce il gruppo sul palco per un bis finale infuocato dall esecuzione di Viaggio in Inghilterra e I Don't Know del leggendario Ozzy, con il quale Bud, Bid, Leo e Dario si sono congedati dal festoso pubblico pratese che li ha omaggiati ancora una volta,e che a sua volta è stato omaggiato da quella coerenza,da quell'amore e da quella passione sconfinati che hanno segnato un'epoca grandiosa e musicisti fantastici mai dimenticati da chi come noi li stima da sempre come persone e come musicisti ogni giorno della vita, dimenticati da chi invece aveva la possibilità concreta di renderli ancor più grandi.


Francesco "Running Wild" - da www.hammerblow.org
 

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